Set 30

Le 10 regole di uno speaker radiofonico

Le 10 regole di uno Speaker Radiofonico
Tratto dall’Ebook “Teorie e Tecniche di Conduzione Radiofonica” a cura di Giorgio d’Ecclesia
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Ecco le 10 regole principali per un conduttore radiofonico professionista. Le 10 regole vanno prese come consigli, come suggerimenti, e non come i 10 comandamenti della conduzione radiofonica. Ognuno è libero di seguirle o meno e di suggerire modifiche o nuove regole utili a tutti.

REGOLA N°1: PARLA COME MANGI

Comincia il nostro tentativo di stilare le regole fondamentali per uno speaker radiofonico. La prima è sicuramente questa: Parla come mangi. Sono tanti gli speaker che, davanti al microfono, cambiano voce e modo di parlare. Improvvisamente iniziano ad allungare le vocali (es: Ciao a tuttiiiiiiiiiiiii, sono le ottooooooooooo e a parlarvi c’è Paolooooooooooo), a parlare con una voce impostata stile Fantozzi con patata in bocca, ad andare su e giù con i toni della voce e ad usare termini che non userebbero mai con un amico.

Niente di più sbagliato, errore gravissimo che suscita ironie e antipatie negli ascoltatori. Parla come mangi! Immagina di raccontare qualcosa ad un amico, proprio come se fosse lì davanti a te, non usare termini complicati, non cambiare la tua parlata, non andare su e giù con i toni, non allungare le vocali e non impostare la voce. Stai parlando al tuo migliore amico: il microfono.

REGOLA N°2: SORRIDI MENTRE PARLI

La seconda regola per un conduttore radiofonico è: Sorridi mentre parli. E’ una regola che fa riferimento ad uno speaker-intrattenitore, non certo ad uno speaker di informazione o ad un giornalista radiofonico. Sorridere mentre si parla è fondamentale per dare un tono allegro, leggero e brillante a quello che si sta dicendo. La regola va presa alla lettera, nel senso che bisogna sorridere “fisicamente”, cioè labbra tese e guance verso l’alto e parlare sorridendo. (per fortuna in radio non ci vede nessuno, altrimenti qualcuno ci prenderebbe per matti)

Il tono e l’intenzione miglioreranno, diventeranno più allegri e accattivanti, l’ascoltatore si accorgerà della differenza e resterà ad ascoltarvi più volentieri perchè sorridere è contagioso. Mettetevi nei panni di un ascoltatore, preferireste ascoltare una voce neutra, cupa e tenebrosa o uno speaker brillante e sorridente che vi contagia con il suo buon umore? La risposta è nella domanda.

Maggiori suggerimenti nell’Ebook “Teorie e Tecniche di Conduzione Radiofonica”

REGOLA N°3: NON ESSERE PROLISSO

La terza regola fondamentale che ogni speaker radiofonico professionista dovrebbe seguire è: non essere prolisso. Parlare tanto non è sinonimo di bravura, anzi, è un rischio.

Per spiegare questa regola nel dettaglio è bene partire dalla soglia di attenzione media di un ascoltatore. Di solito non supera i 60 secondi: oltre il minuto l’attenzione di chi ci ascolta comincia a calare vertiginosamente. Pertanto il consiglio che diamo è quello di strutturare il proprio intervento affinché duri dai 60 secondi ai 2 minuti al massimo.

Citando le parole di Alberto Di Stefano (Station Manager di Dimensione Suono Roma) la durata di un intervento è inversamente proporzionale alla sua efficacia: più si parla, più aumenta il rischio di disperdersi in chiacchiere di scarsa rilevanza. Effettivamente ascoltare un monolgo di 5-6 minuti potrebbe diventare noioso, a meno che lo speaker non sia dotato di incredibili doti da intrattenitore e non sappia stupire l’ascoltatore più di una volta nel corso del proprio discorso. Abilità piuttosto rare al giorno d’oggi, anche perchè gli ascoltatori non si stupiscono più di niente.

Discorso diverso per le conduzioni a due voci, dove si può “sforare” la durata media di un talk e arrivare ai 3 – 4 minuti al massimo, anche se capita spesso di ascoltare interventi che superano I 6 minuti. Sconsigliatissimi.

REGOLA N°4: NON IMPOSTARE LA VOCE, CONCENTRATI SUI CONTENUTI

La quarta regola fondamentale che secondo noi uno speaker radiofonico dovrebbe seguire è: non impostare la voce ma concentrati su quello che stai dicendo. Capita spesso – di solito all’inizio della propria carriera da speaker – di bearsi della propria voce senza curare molto i contenuti. Si imposta la voce sulle modalità più basse, si parla “dentro” il microfono per aumentarne la suadenza, ci si esprime con quell’effetto “super impostato”. Se ti ritrovi in questa descrizione, tranquillo è un errore comunissimo a tanti speaker.

Uno speaker dovrebbe parlare in maniera estremamente naturale, come se stesse parlando ad un amico in strada (eliminando espressioni dialettali e parolacce ovviamente) e concentrarsi molto su quello che sta dicendo. Spesso i contenuti vanno in secondo piano perchè si crede che una bella voce sia sufficiente a “reggere l’ascolto”. Sbagliatissimo.

REGOLA N°5: PENSA ALLE COSEGUENZE DI QUELLO CHE DICI

Siamo arrivati alla quinta regola fondamentale per ogni conduttore radiofonico: Pensa alle conseguenze di quello che dici. Non possiamo sorvolare su questa regola, tanto semplice quanto fondamentale. Capita al conduttore più bravo e professionale del mondo di dire cose non sempre vere e non sempre corrette e di “rischiare qualche rimprovero” o, peggio ancora, “una sanzione”. Prima di parlare, prima di esprimere un giudizio, prima di dare un’informazione o di riverlare un gossip è opportuno essere sicuri di quello che si sta dicendo per assumersi tutte le responsabilità del caso.

Facciamo un esempio concreto: è recente la notizia del conduttore radiofonico Mario Corsi, conosciuto come Marione, condannato per aver dato del gay ad un ex calciatore della Juventus durante una trasmissione radiofonica. Adesso il conduttore radiofonico dovrà pagare una multa salata, le spese del giudizio e risarcire la parte lesa in sede civile. Riteniamo che questo esempio sia molto eloquente ed esprima il senso della quinta regola di un conduttore radiofonico: Pensa alle coseguenze di quello che dici

REGOLA N°6: ATTENZIONE ALLE PRONUNCE STRANIERE

Tra le tante regole che ogni conduttore radiofonico è tenuto a rispettare c’è quella che riguarda i termini stranieri: bisogna fare molta attenzione alle pronunce straniere, non solo ai titoli delle canzoni ma anche ai nomi di attori, musicisti, registi e personaggi vari. Ci si aspetta che “uno che parla alla radio” sappia quale sia la pronuncia esatta di un nome straniero, purtroppo però questa aspettativa viene spesso smentita dagli strafalcioni verbali che sentiamo spesso in radio.

Prima di pronunciare un nome straniero, se non si è sicuri al 100% di sapere la pronuncia esatta, è bene informarsi. “Si, ma dove lo trovo un inglese o un francese che mi sappia dire come si pronuncia quel nome?!” Ecco alcuni metodi:

– Prova a scrivere il nome che cerchi su YouTube. Ad esempio se non sei sicuro su come si pronuncia il nome di Scarlett Johansson, prova a scrivere “Scarlett Johansson Interview” su Youtube, troverai quasi sicuramente un video americano in cui qualcuno “pronuncia” il nome di Scarlett in maniera corretta e potrai imitarlo.

– Consulta il sito “ComeSiPronuncia.it: è un sito gestito da italiani, dove è possibile ascoltare la pronuncia corretta dei nomi e congnomi di personaggi internazionali, quali cantanti, sportivi, attori, politici, artisti e musicisti.

– Consulta il DOP Online (Dizionario di Ortografia e Pronunzie): in caso di pronunce italiane poco chiare, consulta il sito del DOP, utilissimo per sfatare ogni dubbio. Oltre a leggere la fonetica delle parole è possibile anche ascoltare la pronuncia da un apposito player. Un sito veramente molto utile.

– Consulta il sito “How J Say – il vocabolario parlato”: un sito internazionale dove basta inserire la parola da pronunciare, scegliere la lingua e ascoltare la pronuncia. Fantastico.

REGOLA N°7: DAI IL GIUSTO PESO ALLE PAROLE

Tra le tante regole da rispettare per uno speaker radiofonico c’è anche questa: dare il giusto peso alle parole. Vuol dire “utilizzare le parole giuste al posto giusto”. Spesso gli speaker tendono ad enfatizzare le notizie esagerando e pompandole con aggettivi ed espressioni eccessive. Mai estremizzare i toni. Facciamo qualche esempio per chiarire:

Esempio n°1: “Domani uscirà un libro favoloso: la nuova autobiografia di Tiziano Ferro”. Secondo voi dove sta l’errore? Ovviamente nell’usare un aggettivo decisamente esagerato per un’autobiografia, con tutto il rispetto per Tiziano Ferro, dubito che sia un libro “favoloso”, o per lo meno saranno i lettori a dare questo giudizio così generoso.

Esempio n°2: “Oggi parliamo di horror, è stata una strage di spettatori quella fatta da San Valentino di Sangue in 3d, sembra che sia uno dei film più terrificanti della storia del cinema”. Bè, il tono è decisamente esagerato, dubito che un film possa fare una “strage” (parola eccessiva) e che sia “il più terrificante della storia del cinema”. Non enfatizziamo troppo, meglio essere onesti.

Esempio n°3: “Sta per partire la grande notte di Radio XXX, 5 successi senza interruzioni e….”. Descrivere una programmazione notturna con 5 brani di fila e 3 interventi dello speaker una “GRANDE NOTTE” mi sembra davvero un’esagerazione. E’ molto più onesto dire “Sta per partire la notte di Radio xxx con 5 successi….” Evitando di suscitare illusioni nel pubblico.

Maggiori suggerimenti nell’Ebook “Teorie e Tecniche di Conduzione Radiofonica”

REGOLA N°8: MAI NOMINARE RADIO CONCORRENTI

L’ottava regola per uno speaker radiofonico, tanto semplice quanto ovvia, non è poi così scontata: Mai nominare radio concorrenti! E’ come se durante la Barilla durante una propria pubblicità nominasse la De Cecco, ricordando agli ascoltatori che esiste un’altra marca di pasta concorrente, assurdo no?!

Non è poi così assurdo se vi ricordate del caso recentissimo di Marco Santin (Gialappa’s Band) che durante il programma ‘Grazie per averci scelto’ su Radio 2, ha invitato gli ascoltatori a seguire lui, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci, alias la Gialappa’s band, sulle emittenti Rtl 102.5 e Radio Deejay, dove i tre presentavano dei programmi quotidiani dedicati al Campionato del Mondo di Calcio. Flavio Mucciante, direttore di Radio 2, ha deciso di ‘cacciarlo fuori’ dalla sua emittente e ha immediatamente chiuso il programma. Nessuno si sarebbe mai aspettato una tale leggerezza da parte di un professionista del calibro di Marco Santin. Quindi, che sia da monito per tutti i conduttori radiofonici, evitare assolutamente di nominare radio concorrenti.

REGOLA N°9: NON PARLARTI ADDOSSO

Ancora una regola molto importante per tutti i conduttori radiofonici che si affacciano a quest mestiere: Non parlarti addosso.

Spesso chi lavora in radio, dimentica che dall’altra parte c’è qualcuno che ascolta, che si emoziona, che critica e che giudica quello che sta ascoltando. L’errore tipico è quello di “parlarsi addosso” cioè di parlare di se stessi in continuazione ponendosi ad un piano superiore rispetto a chi ascolta. Questo modo di fare, che a piccole dosi è accettabile, diventa antipatico se ripetuto di continuo perchè crea una sorta di barriera tra “io che parlo” e “tu che ascolti”. L’impressione nell’ascoltatore è che il conduttore pensi che “la sua storia”, cioè gli episodi della sua vita, siano talmente importanti da doverli condividere con tutti: il conduttore parla di se come se l’ascoltatore fosse un suo fan sfegatato, interessato a tutto quello che gli capita nella vita. Ci dispiace dover disilludere qualcuno, ma non è così.

Il “parlarsi addosso” è consentito a chi realmente ha raggiunto un livello talmente alto da poterselo permettere (vedi Linus che parla dei suoi figli e delle sue corsette mattutine, vedi Fabio Volo che ci racconta le sue esperienze di viaggio e tanti altri speaker di un certo livello). Per un conduttore radiofonico comune, il parlarsi addosso è un rischio, può risultare antipatico e ottenere l’effetto contrario: invece di coinvolgere, allontana. Ciò non vuol dire che non bisogna mai parlare di se stessi ed esprimere proprie opinioni , ma è bene farlo con la dovuta parsimonia.

Maggiori suggerimenti nell’Ebook “Teorie e Tecniche di Conduzione Radiofonica”

REGOLA N°10: SCANDISCI BENE LE PAROLE

Una regoletta da non sottovalutare per tutti gli speaker e i conduttori radiofonici è quella che riguarda lo scandire bene le parole. L’ascolto radiofonico di solito è un ascolto distratto e rapido non sempre chi ci ascolta riesce a captare tutte le parole di uno speaker, a maggior ragione se lo speaker parla in maniera veloce e si mangia le parole o le accorcia, non le scandisce e non si corregge quando sbaglia.

Un conduttore radiofonico è pagato per pronunciare bene ogni singola parola, ogni tanto ci può stare l’errore o la distrazione ma è buona regola correggersi, scusarsi e, se il caso lo prevede, ripetere la parola detta in maniera poco precisa. Servirà anche per riattivare l’attenzione di chi ci ascolta, sbagliare è umano, correggersi è professionale.